domenica 17 agosto 2014

Agatha Christie - Dieci piccoli indiani

Anche questo ha saputo catturarmi e nell'arco di due giornate l'ho portato a termine!


Note di copertina

Una casa misteriosa su un'isola deserta, lontana dal mondo. Dieci persone che non si sono mai conosciute prima, tutte accomunate da un inquietante passato, riunite sotto lo stesso tetto da una serie inspiegabile di inviti. Un'assurda filastrocca per bambini che ritorna ossessivamente, scandendo in maniera implacabile, come in un incubo dal quale è impossibile sfuggire, una serie spaventosa di omicidi. 
Un romanzo originalissimo, nel quale ciascuno dei protagonisti ricopre, contemporaneamente, il ruolo di investigatore, sospettato e probabile vittima.

Portarlo a termine è stato un vero piacere. La Christie è davvero una maga della suspence e del coinvolgimento. Non c'è stato modo di scollarmi dalle pagine. Anche questo, come Assassinio sull'Orient-express è un giallo che ho trovato per nulla scontato. Per ora ho letto davvero troppo poco di questo genere per poter avere un metro di paragone che mi permetta di saper giudicare meglio. Posso però confermare il piacere che ho provato nel portare a termine questa lettura. Il coinvolgimento è stato altissimo, di sicuro mi ha fatto scoprire una passione per i gialli che non pensavo di avere! Se qualcuno ancora non  ha letto questo capolavoro di Agatha Christie e ama i gialli, mi chiedo cosa ancora stia aspettando! Buona lettura!

sabato 16 agosto 2014

Agatha Christie - Assassinio sull'Orient-Express

Mentre ho iniziato la lettura di cent'anni di solitudine, tanto per sfogliare qualche pagina di questa collezione che sto facendo di Agatha Christie, ho iniziato a leggere le prime pagine di questo libro. Neanche a dirlo, due giorni e l'ho finito.


Note di copertina

L'Orient-Express, il leggendario treno delle spie e degli avventurieri internazionali, occupa un posto importante nell'immaginario collettivo degli appassionati della lettura poliziesca. Il merito, ancora una volta, è di Agatha Christie, la regina del giallo, e della sua creatura, l'impareggiabile Poirot. In quella che rimane probabilmente la più celebre delle sue imprese, Poirot, salito a bordo di un vagone di prima classe partito da Istanbul e diretto a Calais, è costretto a occuparsi di un efferato delitto. Infatti, mentre il treno è bloccato dalla neve, qualcuno dei passeggieri pugnala a morte il signor Rachett, un ricco americano.
L'assassino deve per forza nascondersi tra i viaggiatori, ma nessuno di loro sembra aver avuto alcun motivo per commettere il crimine. Toccherà a Poirot il compito di svogliere le indagini e di risolvere brillantemente il caso.

Ora bisogna che premetta una cosa, a parte qualche racconto di Sherlock Holmes e un paio dei suoi romanzi (Sherlock lo adoro), il giallo, non mi ha mai attirato più di tanto. Sinceramente lo snobbavo e mai quanto adesso sono costretto a ricredermi. Ho iniziato questa collana della Christie proprio per dare una possibilità a questo genere. Mi sento di dover ammettere che mi sbagliavo, anche i gialli hanno molto da dire. Ho iniziato la lettura di questo libro per caso, non avevo intenzione per ora di leggerlo. Senza rendermene conto, iniziando per curiosità solo dall'incipit, l'ho voluto finire a tutti i costi. Senza aggiungere nulla sulla storia che non sia riportato sulle note di copertina dico la mia. Il romanzo è stato terribilmente coinvolgente, forse è questa la qualità dei gialli, l'essere tanto presi dalla storia da voler a tutti i costi proseguire per scoprirne la soluzione. Con me, l'assassinio sull'Orient-express, immagino mostro sacro tra i gialli, ci è riuscito benissimo. Mi sono fin da subito affezionato alla figura di Poriot, buffo investigatore dai modi alquanto strani. Non ho trovato affatto banale l'evolversi della storia e della sua inevitabile e per niente scontata risoluzione. Tutt'altro, ne sono rimasto davvero soddisfatto e tra me e me mi son detto: avanti col prossimo!

lunedì 11 agosto 2014

Tutti a Macondo con Marquez

Come decima lettura della lista ho deciso di leggere questo capolavoro da premio nobel di Gabriel Garcìa Marquez, Cent'anni di solitudine. Mi ero ripromesso che fosse il prossimo libro in onore dello scrittore che poco tempo fa è venuto a mancare, lasciando un grande vuoto nel panorama della letteratura mondiale.


Note di copertina

Da Josè Arcadio ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello Zingaro Malquìades finalmente decifrate: cent'anni di solitudine di una grande famiglia i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile, in attesa della nascita di un figlio con la coda di porco. Pubblicato nel 1967, scritto in diciotto mesi, ma "meditato" per più di tre lustri, Cent'anni di solitudine rimane un capolavoro insuperato e insuperabile, che nel 1982 valse al suo autore l'assegnazione del premio Nobel per la letteratura. Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da una tensione narrativa fondata su un linguaggio portentoso e su una fantasia prodigiosa, Gabriel Garzia Marquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, creare un vero e proprio paradigma della solitudine. In questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidità e la sensatezza dei personaggi femminili. Su tutti domina la figura del colonnello Aureliano Buendìa, il primo uomo nato a Macondo, colui che propose trentadue insurrezioni senza riuscire in nessuna, che ebbe diciasette figli maschi e glieli uccisero tutti, che sfuggì a quattordici attentati, a settantatré imboscate e a un plotone di esecuzione per finire i suoi giorni chiuso in un laboratorio a fabbricare pesciolini d'oro.



domenica 10 agosto 2014

Dostoevskij - L'idiota


E' stata una lunga lettura e molto travagliata, ma alla fine ce l'ho fatta. Sono riuscito a portare a termine questo corposo volume e la soddisfazione è tanta. E' il mio primo libro di Dostoevskij che leggo e di sicuro non sarà l'ultimo. Sono molto contento di averlo letto. Questo scrittore si merita di essere considerato un mostro sacro della letteratura mondiale. I russi possono davvero andarne fieri e ricercarne i valori, soprattutto in questo periodo molto teso. Ma questa non è assolutamente la sede adatta per discutere di queste cose, qui si parla di libri, di passione per la letturatura. Passiamo quindi a scrivere la mia personalissima opinione su questa lettura dallo stile classico impareggiabile.
Infatti, è proprio dallo stile che voglio cominciare.In principio, avevo idea che questa lettura sarebbe stata difficile e particolarmente pesante, ero molto prevenuto prima di aprire il libro e scoprire che invece la lettura risultava essere assai piacevole e di una scorrevolezza incredibile. Certo la mole spaventa, ma col senno di poi devo riconoscere che mi sbagliavo. L'idiota quasi si fa leggere da solo. Davvero un grande scrittore che con la sua semplicità è riuscito a dipingere con mano ferma quell'affascinante affresco della società russa di fine Ottocento. E' stato poi impossibile non affezionarsi al principe Myskin, che con la sua semplicità d'animo, la sua passione, il suo modo di essere romantico, incredibilmente buono e immensamente ingenuo risulta essere un "idiota agli occhi di tanti ma incredibilmente ammaliante per tutti quelli che lo circondano. Il suo sproloquio sulla pena di morte è da antologia (qui si è sentita tutta l'esperienza diretta di Dostoevskij), a mio parere tutto il libro vale la pena leggerlo solo per quella parte. Incredibilmente sincera e descritta con una semplicità disarmante è di una profondità unica. Da far leggere a chi, ancora oggi, è favorevole a questa barbarica pratica.
Incredibile anche il modo in cui prendono vita i personaggi di contorno, con le loro inquietudini, le loro passioni malate, le loro gioie, le loro paure e i loro sogni. Questo è un libro che va assolutamente letto almeno una volta nella vita. Portarlo a termine è stata una grande soddisfazione, sento di consigliarlo a tutti quelli che hanno la passione per questa grandissima cosa che è la letteratura. 

Pascal Marcier - Treno di notte per Lisbona

Ieri sera, preso dall'euforia della lettura, ho portato a termine la lettura di questo capolavoro contemporaneo di Pascal Marcier (Peter Bieri). Lo consiglio a tutti! 


Note di copertina
Voleva veramente buttarsi dal ponte la donna trattenuta da Raimond Gregorius, compassato insegnante svizzero di lingue morte? Gregorius non sa nulla di lei, se non che è portoghese. Basta però quella parola a dare un nome all'inquietudine che da tempo lo agita e in cui l'episodio lo ha precipitato. Qualche tempo dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria delle opere di un enigmatico scrittore lusitano, Amadeu Ignacio de Almeida Prado - coraggiosa figura di medico intellettuale dissidente durante il regime di Salazar -, l'altrimenti prevedibilissimo professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di ritrovare le tracce del misterioso autore che tanto ha colpito la sua fantasia.

Pascal Marcier (Berna 1944) è lo pseudonimo con cui Peter Bieri, docente di Filosofia della Freie Universitat di Berlino, firma le sue note di narrativa. Ha pubblicato numerosi romanzi. Nel 2007 con Treno di notte per Lisbona ha vinto il Premio Grinzane Cavour. Nel 2008 per Mondadori è uscito Partitura d'addio.

Ed ora finalmente la mia personalissima opinione. L'unica critica che sento di muovere a questo libro è rivolta solamente alle Note di copertina, giuro che non le riesco a mandare giù, le trovo scritte malissimo e, se non fosse stato per il film, non lo avrei mai comprato. Infatti è stato proprio grazie al film che mi sono accostato a questa lettura e devo dire che ne sono rimasto ammaliato e gratificato. Ovviamente il libro è di gran lunga più bello del film, quando mai succede il contrario? Fatto sta che anche il film non mi è dispiaciuto affatto e rispecchia molto bene l'anima del libro. Anzi le anime. Esatto perché in questo libro, scritto in magistralmente, veniamo totalmente catturati dalla vita dei due protagonisti. Abbiamo Gregosius, un insegnate svizzero di lingue antiche, e Amadeu Prado, aristocratico medico portoghese. Due anime e due libri. Già, perché la vita tormentata di Amadeu la viviamo e la ripercorriamo grazie un libro di cui Gregorius viene in possesso. Le Parole scritte da Prado risvegliano un qualcosa di nascosto nell'animo dell'insegnante, tanto da fargli mollare tutto e partire per Lisbona alla ricerca del medico. Inizia così un viaggio nel tempo, un viaggio nel passato di Amadeu che allo stesso tempo è anche un viaggio alla scoperta di se stesso. Solo che l'aristocratico è morto molti anni prima. Più Gregorius scopre della vita del medico portoghese, grazie a tanti personaggi che hanno fatto parte della vita di Prado, e più si rende conto di quanto la sua vita stia man mano cambiando verso un'altra direzione.
Leggendo questo libro mi sono terribilmente affezionato a questi due personaggi, che in fondo, hanno tanto in comune. Sono descritti tanto bene che mi sarebbe piaciuto molto conoscerli nella vita reale se fossero esistiti veramente. I loro pensieri sono tanto introspettivi da venirne risucchiati. Un vortice di parole che non fanno altro che arricchire il lettore e farlo riflettere su tante cose. Leggendo il libro si capisce benissimo che lo scrittore è un insegnante di filosofia. Una lettura che ha tanto da dare e una volta portata a termine ci si sente con tanto in più. Ci si sente l'anima e lo spirito arricchiti e neanche noi alla fine della lettura siamo più gli stessi. Ovviamente è una mia personalissima opinione e quindi, lode a questo scrittore che è riuscito, nel panorama contemporaneo, a far uscire un capolavoro del genere, con quel tocco e quel sapore dei libri classici che non muoiono mai.


venerdì 8 agosto 2014

Murakami - Kafka sulla spiggia

Dopo tanto di quel tempo rieccomi su queste pagine. Torno a scrivere dopo molto tempo. In fondo sento di essere giustificato poiché, nonostante lo stress inevitabile di questi mesi appena trascorsi, ho trascorso il più bel periodo della mia vita. Mi sono sposato con la donna che amo con tutto me stesso e ho trascorso la più bella vacanza della mia vita in viaggio di nozze. Tra Cina, Tibet e Thailandia, a farmi compagnia, non poteva mancare una piacevole lettura. In aereoporto, prima di partire ho acquistato questo titolo e nella settimana di relax che ho trascorso sull'isola di Koh Samui, l'ho letteralmente divorato.


Note di copertina

Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo".


Passiamo ora alla mia personalissima opinione. Murakami mi piace da morire. Il suo stile sobrio ti tiene incollato alle pagine e ti invoglia a proseguire nella lettura. Quante volte mi era capitato di pensare, "un altro capitolo e poi basta" e invece continuavo a leggere con tanta di quella avidità  che, se avessi potuto, lo avrei anche letteralmente divorato. I protagonisti di questo romanzo sono quanto di meglio questo scrittore poteva creare. Un ragazzo maturo e introspettivo con una profondità d'animo che non ci si aspetta da qualcuno della sua età, un vecchio con l'animo di un bambino, dolce e piacevole la sua compagnia. Due destini che inevitabilmente devono incrociarsi. Personaggi di contorno dipinti sapientemente, con personalità uniche, si vorrebbe tanto conoscerli di persona e trascorrere del tempo con loro a discorrere sul senso della vita. Infine poi, Murakami ha quel tocco surreale che riesce caparbiamente a inserire nei suoi romanzi, senza essere invadente: è magnifico. Riesce ad arricchire la storia in maniera piacevole e coinvolgente. Senza cadere nelle banalità. E' il suo secondo libro che leggo, il primo è stato Norwegian Wood che presto recensirò su queste pagine e seppur meno surreale, è altrettanto bello.

giovedì 15 maggio 2014

Ahern Cecelia - Il libro del domani

Mi sono preso une breve pausa da L'idiota di Dostoevskij e nell'arco di pochi giorni mi sono letteralmente divorato questa lettura.


Note di copertina


Tamara non ha mai dovuto preoccuparsi del futuro. Per lo meno, fino a quando una tragedia impensabile cambia per sempre la sua vita: il suicidio del padre non lascia dietro di sé che dolore, incredulità e una lunga lista di debiti. La ragazza e sua madre, senza più un soldo, sono obbligate a trasferirsi in campagna, nella contra di Meath. Qui, nel corso di lunghe passeggiate solitarie alle rovine del castello di Kilsaney, Tamara si imbatte in una bizzarra biblioteca ambulante, gestita da Marcus, un ragazzo bello e misterioso: Tra le pile di vecchi libri ce n'è uno in particolare, che la attrae: non ha autore ne titolo e le sue pagine sono tutte bianche, ma sembra possedere un incredibile potere. Quello di svelare ciò che ancora deve accadere. Una storia commovente e delicata che insegna a credere nel destino e nella forza sorprendente dei sogni. 


Credo che la maggior parte delle persone entri nelle librerie senza sapere che cosa vuole comprare, ma poi i libri magicamente le spingono a sceglierli. La persona giusta per il libro giusto. E' come se sapessero già di quale vita dovrebbero far parte, in che modo possano influenzarla, insegnare una lezione o illuminare un volto con un sorriso al momento giusto. Fu questa frase, letta per caso su  una pagina di facebook che seguo ad attirare la mia attenzione. Se non l'avessi letta in quel momento, probabilmente non sarei mai venuto a conoscenza dell'esistenza di questa lettura e di questa scrittrice. Le aspettative non mi hanno deluso, ho acquistato subito l'ebook su amazon; non potevo aspettare, e ho iniziato a leggerlo con avidità. Lo stile della scrittrice è molto semplice, fluido e diretto. Mi ha catturato e tutto d'un fiato l'ho portato a termine. Tendenzialmente ho l'abitudine di snobbare la narrativa moderna, ritenendola, a differenza dei classici, priva di un'anima solida. Sono molto selettivo sulle mie letture e ricerco sempre un qualcosa in più nei miei libri, quel qualcosa in più che ritengo abbiano i classici. Ovviamente ci sono le eccezioni, sarei un eretico a negarlo e questa lettura ne è una conferma. Da qui a dire che è un capolavoro della letteratura mondiale ce ne passa ma bisogna dargli atto che questo libro ha qualcosa da dire, ha un qualcosa di suo. Una lettura godibilissima per tutti che, una volta finita, mi ha lasciato con una piacevole sensazione. La piacevole sensazione di aver conosciuto tanti personaggi ai quali mi ci sono affezionato, come fossero diventati miei amici. Non è forse questo la grande bellezza della lettura? Conoscere nuove persone, viaggiare in posti nuovi e vivere sempre nuove storie? Questo libro c'è riuscito e ha meritato tutta l'attenzione che gli ho dedicato. Mi sento di consigliarlo a chi cerca una lettura leggera e spensierata con un qualcosa in più. Lode alla giovane scrittrice che ha tirato fuori questo piccolo gioiello di narrativa contemporanea. 

domenica 9 marzo 2014

Un viaggio verso la Russia

Ho ponderato parecchio per la mia prossima lettura e alla fine, gira che ti rigira, ho deciso di partire per la Russia insieme a Dostoevskij. Ho da pochissimo iniziato questo grande classico. So già che mi porterà molto lontano!


Note di copertina

"Pubblicato a puntate nel 1868 sulla rivista moscovita «Russkij vestnik» L'idiota è il romanzo dove il realismo fantastico di Dostoevskij si misura con l'altissimo obbiettivo di dare rappresentazione artistica all'uomo assolutamente buono. Perno del romanzo è il principe Myskin, giovane rampollo aristocratico, malato e puro, dolce e strano, che si impone come l'incarnazione archetipica della bellezza morale."


Ho sempre desiderato leggere L'idiota ma non ho mai avuto la volontà di cominciarlo. Ora non ho più scuse per immergermi in questo immortale classico.



08: Franz Kafka - Il Castello


Difficile esprimere una opinione completa su di uno scritto che non ha mai visto una fine. Il Castello infatti, Kafka, l'ha lasciato incompiuto nel 1922, due anni prima della sua morte, con la volontà di volerlo distruggere. Ci troviamo quindi di fronte ad un opera che la dobbiamo giudicare per quello che è: dei frammenti di vita di un uomo (K.) che cerca di integrarsi in un sistema che, se da una parte lo invita e lo seduce ad entrar a far parte dei suoi ingranaggi, dall'altra lo isola e lo allontana da ciò che desidera. Ovvero integrarsi all'interno di una società alienata da se stessa e vittima di quel sistema di cui fa parte. 
Trovo che questo scritto, infatti, in più parti abbia come tema principale l'alienazione. Come se questo sistema burocratico abbia una vita e una coscienza propria e tutti quelli che ne fanno parte ne sono soggetti e sottomessi, accettandolo per quello che è, pensando come lui, agendo come il sistema vuole, schiavi di esso e incapaci di reagire pensando di essere nel giusto. Il sistema decide e il popolo lo accetta senza se e senza ma, il sistema non sbaglia mai.
Più di una volta, leggendo ciò che accadeva ai personaggi e al protagonista, ho provato rabbia. Rabbia perché, il sistema che Kafka ci descrive (ci tengo a sottolineare nel 1922), è molto analogo al nostro odierno. Non siamo forse anche noi alienati da una società che sembra avere una coscienza comune e decide lei se sei dentro o fuori? Se sei giusto o sbagliato? Se fai bene o se fai male? Senza divulgarmi troppo su opinioni politiche, che sono totalmente fuori luogo in questo contesto, concludo la mia personale opinione su questo romanzo incompiuto. Un opinione che non è ne positiva ne negativa, non riesco a giudicare un opera incompiuta, posso però apprezzarne i significati che l'autore fa emergere, una denuncia sociale ad un sistema in grado di sottomettere il proprio popolo riuscendosi a farsi accettare. Una lettura che lascia sicuramente qualcosa, fa nascere a chi legge molteplici riflessioni, trovandoci molte analogie alla nostra società moderna, nonostante sia stato scritto quasi un secolo fa. Ne consiglio vivamente la lettura, non è certo tempo perso, una lettura che aiuta molto la riflessione su ciò di cui facciamo parte, nel bene e nel male.

Buona lettura!



venerdì 28 febbraio 2014

E alla fine arriva Kafka...Il Castello!

Ed eccoci all'inizio di una nuova lettura, all'inizio di un nuovo viaggio insieme a Kafka, autore di cui, a parte sporadici brani al liceo, non ho letto mai nulla e che mi ha sempre in qualche modo affascinato. Ora grazie alla lista ho la possibilità di conoscere meglio questo grande scrittore, e inizio proprio dal Castello, romanzo rimasto incompiuto...


Note di copertina

In una gelida sera d'inverno l'agrimensore K. giunge in un villaggio governato da un mitico Conte, che abita in un immenso castello, in collina. K. intende fare delle terre del Conte la sua dimora ed esercitare qui la sua professione; le difficoltà superano però ogni attesa. Il castello si rivela a poco a poco agli occhi di K. come la sede di una mostruosa trappola burocratica. Pubblicato postume nel 1926, questo romanzo è rimasto incompiuto; per quanto è dato sapere, si sarebbe dovuto chiudere, con un finale meno tragico degli altri due romanzi di Kafka. Se infatti il protagonista di America finisce per accettare un triste compromesso, se nel Processo Joseph K. soggiace al suo senso di colpa che solo si estingue con l'esecuzione finale, Nel Castello si arriva a una soluzione intermedia: "K. non rinuncia alla lotta", scrive Max Brod, "egli muore di esaurimento...e in quel momento giunge dal castello la decisione che concede a K. di viverci e lavorarci".





giovedì 27 febbraio 2014

07: Marcel Proust - Alla ricerca del tempo perduto Vol.II - All'ombra delle fanciulle in fiore

E' stato arduo ma alla fine ci sono riuscito, ho portato a termine All'ombra delle fanciulle in fiore...


Leggere un libro è un modo per evadere dalla realtà. In quei momenti ci isoliamo completamente dal resto del mondo per entrare a far parte di un universo parallelo fatto di parole scritte che man mano sfumano per diventare immagini, suoni, odori, emozioni...
Leggere la ricerca non è facile, ci vuole pazienza e costanza. Si ha l'impressione di essere travolti da un vortice di emozioni, pensieri. Si viene catturati da un flusso di coscienza al quale ci sentiamo sopraffatti e ci chiediamo come una persona sia riuscita a frammentare in maniera tanto frastagliata e minuziosa, l'animo umano. Proust, per quanto il suo stile sia formato da periodi lunghi, con la completa assenza di capitoli e il flusso continuo dei suoi pensieri, possano farci perdere i fili conduttori che legano la storia, non possiamo fare a meno di vedere dove ci portano. Fin dove possa spingersi l'animo umano.
Il libro si presenta diviso in due parti, la prima Intorno a Madame Swann in cui abbiamo una prima infanzia di Marcel vissuta tra i salotti profumati di Madame Swann vivendo quello che è stato il suo primo amore tormentato per la piccola Gilberte. La seconda parte Nomi dei paesi: il paese è ambientata in una cittadina di mare, Balbec e gli eventi ruotano intorno a questa figura che appare come un quadro, delle fanciulle che Marcel ha desiderio di conoscere, in particolare facciamo la conoscenza di Albertine. In questo romanzo vediamo una maturazione sentimentale del protagonista e una cultura artistica che si va man mano sviluppandosi con nuove idee e concetti, grazie ad incontri con artisti e scrittori come Elstir e Bergotte, abilmente tratteggiati da Proust nel corso della ricerca.
Spesso mi è sembrato, più che leggere un romanzo, di studiare un trattato di psicologia. Questo non è prettamente un difetto, ma riconosco che è un ostacolo perché rende questa lettura non adatta a tutti. Ma forse l'autore voleva proprio questo, rendere i suoi scritti adatti solo a chi ha una sensibilità tale da saperli apprezzare. La mia personale opinione al riguardo sembra avere due facce opposte della stessa medaglia. Ossia, se da un lato i pensieri di Proust mi hanno faticare non poco ad essere portati a termine (e mancano ancora cinque romanzi), dall'altro non posso far altro che riconoscerne la magnificenza e la grandezza. La passione, con cui questo scrittore ha scomposto l'animo umano, la maestria con la quale l'abbia reso così vivido attraverso la scrittura, rende Proust uno dei più grandi Immortali nella storia della letteratura.

martedì 25 febbraio 2014

Italo Calvino - Il sentiero dei nidi di ragno

In questo periodo non sono riuscito a portare a termine la lettura delle fanciulle in fiore di Proust. Me ne duole ma non intendo demordere, mancano solo un centinaio di pagine per portare a termine una lettura che non sono riuscito a fare tutta d'un fiato. 
Questo periodo però è stato intervallato da altre letture piacevole come quella di Calvino, che è entrato nel mio cuore come una freccia scagliata dall'arco di Cupido. Sono entrato nella fase Calvino della mia vita, trovandolo geniale, sublime e con uno stile pungente e dinamico. La sua scrittura non stanca mai e i suoi romanzi si lasciano leggere tutti d'un fiato. Pochi giorni fa ho infatti portato a termine quello che è stato il suo primo romanzo Il sentiero dei nidi di ragno. Un capolavoro che ho trovato di una magnificenza lodevole.


Note di copertina

"Questo romanzo è il primo che ho scritto. ...Al tempo in cui l'ho scritto, creare una 'letteratura della Resistenza' era ancora un problema aperto, scrivere 'il romanzo della Resistenza' si poneva come un imperativo; ...ogni volta che si è stati testimoni o attori d'un'epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale... A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema come troppo impegnativo e solenne per le mie forze. E allora, proprio per non lasciarmi mettere in soggezione dal tema, decisi che l'avrei affrontato non di petto ma di scorcio. Tutto doveva essere visto dagli occhi d'un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l'aspro sapore, il ritmo..." 

Italo Calvino


Che altro dire, leggendo questo libro si ha davvero l'impressione di viverlo attraverso gli occhi di un bambino. Un bambino solo che vive in bilico tra due mondi, quello dei bambini e quello degli adulti, ma che non riesce a trovare una sua dimensione perché alla fine si ritrova sempre solo e deluso dai grandi. Calvino in questo modo è riuscito a scrivere un romanzo sulla guerra in maniera molto intelligente, facendolo vedere attraverso gli occhi di questo bambino dall'aria scanzonata che cerca solo di attirare l'attenzione e la stima dei grandi. Ottimo anche il modo in cui è riuscito a realizzare i personaggi che, seppure non siano molto profondi, con poche descrizioni sono riusciti a entrare nel cuore del lettore. Forse è stato proprio il farli vivere attraverso gli occhi di Pin a renderli così vividi e unici nonostante il poco spazio a loro dedicato. 
Che altro aggiungere su questo romanzo che è stato il primo di Calvino. Solo una mia personale opinione magari condivisa da molti. Calvino è un grande maestro e si conferma essere uno dei migliori nel panorama italiano. E' solo il mio secondo romanzo che leggo e sento che questo scrittore ha conquistato il mio cuore entrando nella lista dei miei Immortali. 
Non posso che consigliare questo romanzo a tutti, nella sua leggerezza c'è una profondità degna dei grandi classici. Una lettura scorrevole che riesce a lasciare qualcosa di molto profondo nell'animo di ogni lettore capace di saper scorgere quello che l'autore non ha voluto scrivere.

sabato 8 febbraio 2014

Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore

Mi sono preso un'altra pausa da Proust e tutto d'un fiato mi sono divorato questo capolavoro di Italo Calvino. Il mio primo pensiero è stato: questo è uno dei più bei romanzi che abbia mai letto. Nella mia sconfinata ignoranza, non avevo mai letto nulla di questo scrittore o forse ho dei ricordi troppo lontani nel tempo per poterlo affermare con certezza. Di sicuro alle scuole qualche brano di Italo Calvino l'avrò letto. Certo è che sicuramente non sarà l'ultimo libro che leggerò di Calvino e che entrerà a far parte dei fuori lista di questo blog. 




Note di copertina

"L'impresa di cercare di scrivere romanzi 'apocrifi', cioè che immagino siano stati scritti da un autore che non sono io e che non esiste, l'ho portata fino in fondo nel mio libro Se una notte d'inverno un viaggiatore. E' un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci romanzi d'autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro... Più che d'identificarmi con l'autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato d'identificarmi col lettore: rappresentare il piacere della lettura d'un dato genere, più che il testo vero e proprio. Ma soprattutto ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d'altri libri, in rapporto e in confronto ad altri libri.                                                                                                                                                                                                                     Italo Calvino"
   
Difficile aggiungere altro oltre le note di copertina, altre parole per descrivere questo romanzo semplici come quello di Calvino stesso non ne trovo. Trovo incredibile il modo in cui sia riuscito nel suo intento, un vero maestro di scrittura. E' riuscito a farmi sentire parte attiva di questo libro come nessun romanzo sia mai riuscito. Quando parla del piacere della lettura non immaginavo quanto piacere potessi provare nel leggere queste pagine. Ho trascorso dei momenti davvero piacevoli e spesso non riuscivo a staccarmene. Sono libri del genere che ti fanno amare la lettura e proprio come sostiene Calvino, ti invogliano a leggerne altri, ad amare la letteratura nella sua più ampia gamma di stili e ramificazioni, ad amare i libri e quello che riescono a darti. 
Secondo la mia personalissima opinione, questa lettura deve essere immancabile per chi sostiene di amarla. Un libro che forse poteva benissimo arrivare tra le mie mani molto prima, ma che in fondo, non è mai troppo tardi per saperlo apprezzare! 
Non mi resta che consigliare con tutto il cuore questo libro, e augurare a chi vorrà trascorrere delle piacevoli ore insieme a Calvino, una buona lettura.

Risveglio

Il suono della sveglia ti entra nella testa ancora ti rifiuti di svegliarti.  Lo senti arrivare da lontano  inesorabile ti penetra dentro il...