venerdì 31 luglio 2015

Prossima lettura? Guerra e Pace...

Dopo una lunga riflessione su quale sia la prossima lettura ad accompagnarmi in questo periodo, dopo Cent'anni di solitudine, ho scelto un altro libro leggero leggero. Il capolavoro intramontabile di Tolstòj, Guerra e Pace. Ci tenevo particolarmente a prendere questa edizione oscar mondadori. Tra le tante in circolazione è l'unica che ha le traduzioni dai dialoghi francesi direttamente nelle note a piè di pagina. Una comodità che per chi non conosce il francese (e di dialoghi ce ne sono parecchi) non è di poco conto. In più, questa edizione, ha la comodità di essere divisa in quattro volumi, in modo da facilitare la trasportabilità di questa monumentale opera. 
Mi ero sempre ripromesso di leggere prima o poi Guerra e Pace, finalmente quel momento è arrivato e gia da qualche ora mi sono immerso in questa lettura che sono sicuro non mi deluderà, anche se, certamente, mi porterà via tantissimo tempo...


Note di copertina

Meditato a partire dal 1863, pubblicato prima a puntate e poi più volte rivisto e riscritto fino alla versione del 1886, Guerra e Pace rappresenta una delle opere più note di Tolstòj e dell'intera letteratura universale. Nelle quasi duemila pagine di altissima scrittura che compongono il libro si narrano le vicende di due famiglie dell'aristocrazia russa, i Bolkònskij e i Ròstov, sullo sfondo della Russia patriarcale e contadina devastata dalle guerre e dall'invasione di Napoleone, ma ancor più sconvoltadall'influsso, borghese e civilissimo, dell'Europa occidentale. Della Grande Russia del XVIII secolo Guerra e Pace è infatti insieme il magnifico epos -come tutti i critici hanno sempre riconosciuto- e la struggente elegia. Un capolavoro che esce dai vincoli artificiosi del romanzo, ampliandosi e trasformandosi al di là di ogni definizione di genere, diventando di volta in volta romanzo storico, cronaca familiare, trattato storiografico, pamphlet, testo filosofico. Un grande inno alla libertà e alla felicità, un affascinante partita a scacchi che il conte Tolstòj gioca con il lettore e di cui inventa, pagina dopo pagina, le inedite regole.


giovedì 30 luglio 2015

10: Gabriel Garcìa Marquez - Cent'anni di solitudine



Cent'anni di solitudine, cent'anni è il tempo che mi sembra di aver impiegato a finire questa lettura. Mi sono letteralmente arenato su questo libro che ho trovato molto difficile portare a termine. Premettendo che io non sia assolutamente nessuno per permettermi di giudicare l'opera di un premio nobel come Marquez, e riconoscendo il suo grande talento creativo e soprattutto metaforico nei suoi libri, a me cent'anni di solitudine non è piaciuto. L'ho trovato particolarmente ridondante. Forse ho sbagliato periodo per questa lettura, sicuramente l'avrei apprezzato molto di più in un momento più avanzato della mia vita. 
Il tempo, è questo il concetto base su cui è costruito a parer mio questo romanzo. Un romanzo molto strano, più che un romanzo mi è sembrato di leggere un susseguirsi di racconti che come unico legame hanno lo scorrere del tempo. Un tempo che in realtà sembra essersi fermato o girare in circolo per ritornare sempre al punto di partenza nella vita dei personaggi che popolano questo libro. Personaggi con i quali è difficile immedesimarsi e difficoltoso ricordarsene. Sono tanti, tantissimi e tutti con lo stesso nome che vivono in diverse linee temporali e che alla fin fine, si ritrovano a fare le stesse cose dei loro predecessori, come se siano in realtà, sempre le stesse persone che si ripetono nel tempo. Riconosco la volontà dell'autore nel realizzarli in questa maniera per dare più senso a tutta la metafora del romanzo, del quale non posso negarne la grandezza. Ma quanto è stato duro finire. Ho apprezzato molto il senso del libro, quella critica sociale alla base di tutto, quel fossilizzarsi in una società nella quale, nonostante sforzi o sacrifici, ti schiaccia fino a farti accettare, con rassegnazione, il suo volere. Almeno è questo il senso che questa lettura mi ha trasmesso.
Un'altra lode che sento in dovere di fare a questo scrittore è rivolta alla sua creatività. Al suo grande modo di inventare storie al limite dell'assurdo e presentarle come fossero fatti reali, cose che realmente possano succedere. Leggendo questo libro si entra a far parte di una realtà che è tutta di questo autore e se ne viene risucchiati come un una spirale. Storie e credenze del sud America sono così vive da sembrare reali.
Per chi vuole cimentarsi nella lettura di questo capolavoro (anche se personalmente non mi sia piaciuto ne riconosco il suo enorme valore) è meglio che sappia a cosa va in contro. E' una lettura difficile ma che comunque, portarla a termine da molta soddisfazione e di sicuro qualcosa lascia. Che sia un senzo di amarezza o solitudine, questo libro di sicuro va letto. Io mi sono prefissato di rileggerlo al compimento del mio cinquantesimo anno di vita...manca ancora un ventennio per fortuna, per gli altri auguro una buona lettura.

Risveglio

Il suono della sveglia ti entra nella testa ancora ti rifiuti di svegliarti.  Lo senti arrivare da lontano  inesorabile ti penetra dentro il...