venerdì 20 marzo 2020

Un panino nel bosco





Sto passando un periodo stressante. Il caos della quotidianità mi sta uccidendo. Ho voglia di evadere, di uscire dalla città e perdermi nella natura incontaminata. Trascorrere una giornata senza dover star dietro a mille problemi di cui non mi interessa nulla. Voglio stare solo con me stesso e non pensare a niente. Solo io, la natura e un quaderno su cui scrivere. Oggi non ho voglia di andare a lavoro. Mi do malato, ho bisogno di rigenerarmi. 
Preparo uno zaino per una giornata. Ci metto il mio telo tenda, cordini vari, gavetta per cucinare, il piccolo fornello a legna portatile, una moka con caffè, spezie, una borraccia d’acqua, un coltello per tagliare il cibo, l’opinel 8 andrà benissimo, piccolo e pieghevole. Poi il mio fedele victorinox multiuso, lo shemag da usare come tovaglia, un piccolo kit per il primo soccorso e vediamo cosa altro mi serve. La giornata è buona e le previsioni dicono che sarà bello tutto il giorno. Ovviamente qualcosa per accendere un fuocherello da campo per cucinarmi qualcosa e credo di aver tutto quello che mi serve per trascorrere una piacevole giornata in mezzo al bosco. Ecco cosa stavo dimenticando un quaderno e una matita, prendo il mio diario rilegato in pelle, una matita e metto tutto nello zaino. Sarei tentato di lasciare il cellulare a casa. Anzi penso proprio che lo lascerò qui. Che squilli pure. Oggi non ci sono per nessuno. Mi vesto e vado verso il supermercato a comprare qualcosa. Ma cosa? Di cosa ho voglia per pranzo? La giornata autunnale è bellissima, si sta benissimo fuori e direi proprio che sia l’ideale per cucinare un buon hamburger con formaggio, cipolla e pomodori. Faccio una veloce spesa. Prendo della carne macinata, del pane, due bei pomodori verdi, una cipolla, del formaggio, e perchè no, anche un po di salame da tagliare e stuzzicare mentre cucino. Da bere ho la mia acqua ma vorrei anche una birra. Pago e mi sistemo tutto nello zaino. Ottimizzo gli spazi e mi entra tutto nello zaino. Sono appena le nove del mattino e parto, esco da questa città chiusa in se stessa, sempre in movimento, non si ferma mai. Io ho bisogno di fermarmi. Evado per ritrovare una mia dimensione, per sentirmi libero. Vado alla ricerca di me stesso attraverso la solitudine in mezzo alla natura. Almeno per un giorno. 
Non vado molto lontano. Basta percorrere una trentina di chilometri fuori la città e mi ritrovo immerso nel verde. Prendo la prima uscita dell’autostrada e mi dirigo verso un paesino. Lo supero e parcheggio la macchina dopo qualche chilometro su un bel vedere. La vista delle montagne e l’aria fresca che sento sulla pelle del viso mi fa già sentire meglio. Questo era quello che mi ci voleva. Il suono della montagna. La musica della natura. Mi metto lo zaino in spalla, sono appena le dieci di mattina, mi inoltro nel bosco lungo un sentiero che scende verso una vallata. Mentre discendo i rumori del bosco pervadono la mia mente, il vento tra le foglie, il cinguettare degli uccelli, il calpestare l’erba e il suo profumo. Sono tutti suoni che mi rigenerano passo dopo passo. Dopo un’oretta di camminata decido di fermarmi. Ho trovato un buon posto dove montare il campo. Lo ripulisco un po’ dalle foglie e tiro fuori dallo zaino il telo tenda. Con un bastone di circa un metro e mezzo ci tiro su un piccolo riparo. Con il Victorinox preparo dei picchetti con del legno che trovo in giro, poi ci fisso i cordini per stendere bene la tenda e in una quindicina di minuti ho montato il mio piccolo rifugio spirituale. Ora è il momento di fare un po’ di legna per il fuoco. Con la sega del Victorinox taglio un po’ di rami caduti, poi con la lama preparo dei trucioli più piccoli da usare come esca per accendere il fuoco. Dallo zaino tiro fuori il fornelletto e preparo tutto. Con le scintille dell’acciarino avvio il fuoco e metto tutto nel fornello. Il fuoco è avviato.  La gavetta è composta da un contenitore più grande e un coperchio che può essere utilizzato come padella. Fa proprio al caso mio. La metto sul fuoco e ci aggiungo un filo d’olio. Poi preparo le cipolle e le taglio con il mio Opinel e metto tutto in pentola. Poi prendo la carne macinata e ne faccio con le mani una bella polpetta che schiaccio in padella per dargli la forma dell'hamburger. Condisco tutto con del sale e del pepe e intanto che tutto cuoce taglio il pane e qualche fetta di pomodoro. Il pane lo metto vicino al fuoco per farlo un po’ abbrustolire, poi taglio qualche fetta sottile di formaggio da far sciogliere sulla carne. Mi apro anche la birra, è quasi pronto e bevo qualche sorso. Il mondo sembra essersi fermato e il tempo sembra scorrere più lentamente. Nulla è più importante, adesso ci sono solo io con me stesso. La carne con le cipolle è pronta. Metto a sciogliere il formaggio sull'hamburger ancora sul fuoco e intanto preparo il panino. Un paio di fette di pomodoro, l'hamburger col formaggio fuso e infine le cipolle. Comprimo tutto e lo scricchiolare del pane e l’aroma che sprigiona mi fa venire la pelle d’oca. Non so per quale motivo questo piccolo gesto mi trasmette tanta serenità. In questo momento non c’è più nessun problema che mi tormenta, nessuna urgenza da espletare. Niente di tutto questo. Eppure mi sto semplicemente godendo un panino in mezzo al bosco, ma il senso di libertà che mi trasmette questa semplice cosa è una sensazione inarrivabile. Tra un morso e l’altro sorseggio la birra e mi sento veramente bene. Finalmente in pace con me stesso. Niente caos. Nessun rumore del traffico a cui sono abituato, in questo momento tutto assume un senso. Finisco il panino e bevo l’ultimo sorso di birra. Metto ancora qualche pezzo di legno sul fuoco e metto su il caffè con la moka. Poi tiro fuori il quaderno e la matita che ho portato  e inizio a scrivere di questa bellissima giornata sorseggiando un caffè di tanto in tanto. Forse la vita, in fondo, è tutta qui.


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